Disclaimer - Copyright.
Tutto il contenuto di questo sito sono di proprietà esclusiva di Sergio Ghio e protette dalla legge sul diritto d'autore. Tutti i diritti sono riservati.
E' proibita la riproduzione, anche parziale, in ogni sua forma senza espresso consenso dell'autore.
Le foto e i testi, se non diversamente specificato, appartengono all'autore del sito.

mercoledì 2 aprile 2014

I MIEI LIBRI

       
                                                             

                                                                        Copertina
--------------------------------------------------------------------------------------------------


                                                                 Sergio Ghio

ARSURA
(Spiriti urticanti)

POESIE



     Prefazione di Gian Piero Prassi
 Testo originale a fronte




©





 


                             

                          
Tutti i diritti copyright sono riservati all’autore
                                              Ogni violazione sarà perseguita a termini di legge




-------------------------------------------------------------------------------------------------------


PREFAZIONE

         
   Vi sono poeti il cui canto è forte e allo stesso tempo esteticamente appagante,come nel caso di Sergio Ghio le cui liriche si accordano con quanto lo stesso poeta afferma a livello programmatico.Guardare la vita senza infingimenti,rifarsi all’aspra realtà di rapporti primevi tra i protagonisti dell’esistenza.La bellezza non alligna nello zuccherato mondo della finzione,ma nel concreto manifestarsi della natura.Non  a caso in questa raccolta dal titolo “Arsura” ilmare è l’elemento archetipo che ricorre insistentemente nella sua lirica,senza retorica o facile abbandono nostalgico.Il mare è una presenza che pulsa nel nostro sangue e che vale per tutti,e ricorre spesso nella letteratura.Alla luce di una tale “dialettica” in cui l’autore raggiunge poeticamente elevate vette senza  pigrizia e  compiacimento di se come a voler prolungare la bellezza e il piacere di un’esperienza poetica,come chiedesse “l’arresto del tempo” su queste liriche,non sarebbe giusto limitare ad un solo aspetto una poetica così ampia,e del resto abbiamo voluto far affiorare un forte fattore unificante,nell’insieme di una ricerca poetica che ci appare veramente matura.Capace sopratutto di trovare le modalità espressive più efficaci con una levigatezza dei versi  assai  rara nel  panorama dell’espressione poetica contemporanea.


Gian Piero Prassi





------------------------------------------------------------------------------------------------------------






                            La poetessa Alda Merini, il giornalista della “Tigulliana” Marco Delpino, 
                                e Sergio Ghio durante una premiazione a Santa Margherita Ligure.

Sergio Ghio. Ligure  di  Sestri  Levante, città  dove  risiede. Con l’opera  “Arsura” , l’autore traccia con leggerezza  im-magini di umanità affacciata sul  mare, capace  di descrive-re mari interiori e paesaggistici con una lingua scarna, nella scia  della  grande  tradizione  ligure, e ottiene la  menzione speciale della giuria del Premio Internazionale organizzato  al Festival Internazionale di poesia di Genova. “Recensione  indipendente della versione dell’opera  che ha partecipato al concorso  nazionale,  ilmioesordio-Poesia  2014 organizzato  dal  sito  ilmiolibro.it   in  collaborazione  con  il Festival Internazionale di Poesia di Genova. La recensione è a cura della redazione del festival”.   



Sergio  Ghio  continua in quell’immaginario fil  rouge,  che unisce tanti poeti liguri del Novecento (soprattutto Montale e lo Sbarbaro di scarsa lingua di terra…), dove la secchezza del linguaggio e la ricerca sintattica, danno vita a un connubio nitido, diretto, pungente. Ecco allora che il titolo del libro “Arsura – Spiriti urticanti” riassume  quanto  appena  detto, con una grande capacità di trasformare  in  epos la sua quotidiana vicinanza col mare e con la natura.
Ghio  possiede  una  scrittura  forte, come il “vento di greco corroso a prosciugare  ogni  tardo stupore”, nella quale l’alternanza di luce e ombre, amplifica la vivacità  e la  profondità  delle immagini offerte a ritmo continuo, ed è la chiave di lettura della sua poetica. Il paesaggio non è solo un fondale, ma è protagonista come gli individui e le cose  animate  che vi  si  muovono  dentro, dallo scoglio dai grandi occhi neri, alle ninfe di catrame, alle  alghe  in  agguato, un  paesaggio che sembra sospeso tra sogno e  realtà, “dove  donne di ceppo antico e viso di bambine che nessuno mai vide aprono il  palmo della  mano dove  deporre il respiro, l’occulta radice, il sogno che dorme”.

-----------------------------------------------------------









Nessun commento:

Posta un commento